Il futuro è nella Extended Reality

Nota: questo è il repost di un articolo che avevo scritto a Novembre 2020 su Ingenium, lo ripubblico perché il tema oggi è molto più attuale, soprattutto all’interno del complesso ecosistema del Metaverso (di cui ho parlato qua).

Nota 2: Su questo tema ho tenuto una Masterclass completa, realizzata dal Gruppo Engineering per TIM, trovate l’intera registrazione a questo link.


Ci aspetta un futuro in cui cambierà radicalmente il nostro modo di relazionarci con la tecnologia, ed essendo la tecnologia un formidabile abilitatore di processi e di innovazione, questo cambio radicale inciderà profondamente sulla nostra vita quotidiana, modificando il modo in cui ci relazioneremo con il mondo e il modo con cui lavoreremo.

Al centro di questo cambiamento c’è un paradigma non necessariamente nuovo, quello della Extended Reality, che però non ha ancora trovato la sua piena e completa realizzazione nel mondo consumer per questioni squisitamente tecnologiche e di mercato, ma sappiamo che la tecnologia evolve rapidamente e i nuovi mercati spesso vengono attivati grazie alla disponibilità di nuove opportunità offerte proprio dalla tecnologia.

La Extended Reality è un modello di interazione con la realtà ed è l’unione di tre modelli esistenti che attualmente offrono alcuni approcci molto interessanti, ma purtroppo hanno attualmente una limitata penetrazione sul mercato. I tre modelli sono: Realtà Virtuale, Realtà Aumentata e Realtà Mista.

La “Realtà Virtuale” è un modello di fruizione di contenuti e servizi basato interamente sull’interazione con ambienti artificiali e simulati e che non hanno nessuna relazione con la realtà fisica in cui l’utente vive.

Per accedere a esperienze di realtà virtuale è necessario indossare appositi elmetti o occhiali completamente immersivi che consentono di dedicare l’intera nostra attenzione al mondo virtuale, scollegandoci completamente dalla realtà fisica del mondo che ci circonda. Questo significa essere completamente immersi in una dimensione artificiale e di percepire la realtà virtuale come l’unica realtà esistente.

Sul mercato esistono alcuni casi d’uso piuttosto interessanti come la fruizione di contenuti o i videogiochi. Mentre la fruizione di contenuti, come film o concerti, ha un approccio tendenzialmente passivo, il gaming ha invece una naturale necessità di interazione; per questo si utilizzano appositi dispositivi che consentono all’utente di interagire con l’ambiente artificiale impartendo comandi al videogame.

L’esperienza che deriva da questa tipologia di fruizione è molto più intensa e diretta rispetto alla fruizione tradizionale su schermo. Si pensi, per esempio, a cosa si può provare nel vedere un film da dentro la scena, potendosi muovere tra gli attori e cambiando il punto di vista semplicemente muovendo la testa. Allo stesso modo si pensi al tipo di esperienza che si può avere guidando un’automobile in pista essendo totalmente immersi in quel tipo di realtà.

Come si può immaginare questa tipologia di fruizione tende a scollegare completamente l’utilizzatore dalla percezione della realtà fisica, questo significa che è necessario stare attenti a non scontrarsi con oggetti o con le pareti della stanza se si decide di muoversi all’interno di un videogame.

La “Realtà Aumentata” invece non necessita di un completo distacco dalla realtà fisica, l’utilizzatore si trova immerso nel suo ambiente tradizionale, ma questo ambiente viene arricchito inserendo, tra utilizzatore e realtà, uno o più strati informativi.

Nei casi più semplici si può utilizzare uno smartphone o un tablet per aggiungere informazioni a quello che stiamo guardando attraverso lo schermo. Si pensi, per esempio, alle applicazioni in grado di indicare il nome delle montagne che inquadriamo con lo smartphone oppure quelle che ci danno informazioni su un monumento quando su di esso puntiamo il nostro obiettivo. In questo caso l’utilizzatore è immerso nella sua realtà fisica e ha interazioni esclusivamente con essa, gli strati informativi che vengono aggiunti servono esclusivamente ad arricchirla.

Esistono anche modalità di fruizione più complesse della Realtà Aumentata, modalità che non si appoggiano a strumenti consumer, ma a veri e propri dispositivi dedicati, come elmetti dotati di occhiali traslucidi in grado di vedere sia la realtà fisica attraverso l’occhiale, sia gli strati informativi che alla realtà vengono aggiunti; questi strati saranno proiettati sulle lenti traslucide dell’occhiale. Si tratta di dispositivi molto interessanti che consentono, per esempio, il monitoraggio di impianti industriali, la formazione specializzata su procedure complesse, il supporto remoto di specialisti a tecnici sul campo.

Esiste poi un modello che consente di interagire contemporaneamente sia sul piano fisico che sul piano virtuale e prende il nome di “Realtà Mista”.

Durante un’esperienza di Realtà Mista l’utilizzatore ha a disposizione un device specialistico deputato all’aggiunta di strati informativi alla realtà fisica, ma è previsto che con queste informazioni egli possa interagire grazie all’utilizzo di apposite gesture, movimenti effettuati con le mani di fronte alla scena inquadrata e che causano una vera e propria interazione con la componente non fisica.

L’utilizzatore potrà quindi interagire direttamente con la realtà fisica, per esempio aprendo una porta, e tramite gesture con la componente virtuale, per esempio sbloccando una serratura elettronica virtuale che determini lo sblocco reale della serratura fisica. Strumenti di questo tipo vengono già oggi utilizzati in ambito industriale da personale dedicato alla manutenzione di macchinari o veicoli: è sufficiente inquadrare una porzione del macchinario, ricevere le informazioni sul display traslucido dell’occhiale, effettuare le operazioni e confermare con le gesture.

La Extended Reality è quindi un modello di interazione complesso che si ottiene unendo tutti questi concetti e portando su un piano diverso la completezza dell’esperienza che è possibile offrire all’utilizzatore finale.

Per ora gli utilizzi concreti sono esclusivamente nel mercato business; per portare questo tipo di esperienza nel mondo consumer è necessario attendere che escano sul mercato dispositivi non troppo invasivi, che l’utilizzatore possa indossare volentieri e, soprattutto, che offrano un valore aggiunto concreto nella vita di tutti i giorni grazie ad apposite funzionalità dedicate. Questi dispositivi saranno con buona probabilità degli smart glasses, occhiali con a bordo molta tecnologia e in grado di offrire nuove funzionalità attraverso queste innovative modalità di interazione.

Gli smart glasses che ci aspettiamo nel prossimo futuro saranno dispositivi sempre connessi e con una durata della batteria che consentirà l’utilizzo continuativo per tutta la giornata, esattamente il livello minimo di qualità che l’utente si aspetta oggi da uno smartphone o da dispositivi indossabili come gli smart watch. Una delle caratteristiche peculiari sarà la possibilità di mutare il livello di trasparenza delle lenti, che potranno essere completamente trasparenti per un utilizzo come dispositivi di Realtà Aumentata e Mista, oppure completamente opache per consentire esperienze semi-immersive di Realtà Virtuale, come il consumo di contenuti multimediali o videogiochi.

Questi dispositivi avranno la possibilità di scattare fotografie o girare video; nelle loro prime versioni saranno una sorta di appendice dello smartphone, a cui delegheranno gran parte dell’elaborazione e della memorizzazione, mentre nelle versioni successive aumenterà il loro grado di autonomia e saranno in grado di effettuare direttamente elaborazioni complesse.

Si potranno comandare grazie ad apposite gesture oppure con la voce. Questo livello di interazione ci consentirà di attivare e gestire le funzionalità presenti a bordo del dispositivo, funzionalità che in futuro potranno essere estese grazie ad app scaricabili da appositi store, seguendo il modello a cui gli smartphone ci hanno ormai abituati. Di particolare interesse sarà l’interazione vocale, una funzionalità di ordine superiore rispetto a quella a cui siamo abituati, in grado di comprendere bene cosa chiediamo, di tenere in considerazione il contesto e di eseguire compiti complessi e articolati in modo sempre più preciso. Questi dispositivi saranno disponibili con lenti neutre o graduate, in modo da essere utilizzabili dal maggior numero di persone possibile.

Gli ambiti di applicazione sono moltissimi, dal mondo business a quello della formazione, dall’utilizzo ludico a quello social, fino a vere e proprie applicazioni in grado di salvare la vita all’utilizzatore.

L’esperienza più comune consisterà nell’avere sempre a disposizione nel campo visivo alcuni strati informativi di interesse, come il navigatore se ci stiamo muovendo in una zona che non conosciamo o le tipologie di negozi se stiamo facendo shopping. Questo introdurrà ulteriori modelli di business per le aziende, come la possibilità di offrire sconti speciali che potranno comparire direttamente nel campo visivo del potenziale acquirente che si trova in zona.

Nelle zone turistiche o nei musei saremo in grado di accedere a informazioni sui monumenti intorno a noi o sui quadri che stiamo guardando e non dovremo fare altro che guardarli avendo attivato lo strato informativo desiderato o l’apposita app del museo. All’esperienza turistica si potrà accedere anche da remoto, visitando in modalità virtuale alcuni luoghi, un po’ per vederli in anteprima e decidere quali andare a visitare fisicamente, un po’ per togliersi la curiosità di vedere come sono fatti i luoghi che per vari motivi sono inaccessibili, come, per esempio, un’esplorazione immersiva della Luna o di Marte a bordo di uno dei rover.

Potremo fare acquisti direttamente dal nostro soggiorno muovendoci all’interno di negozi fisici virtualizzati o di negozi che in realtà non esistono fisicamente, ma nei quali potremo trovare i prodotti che ci servono, vedere come funzionano gli articoli che ci interessano, provare l’abbigliamento che ci piace direttamente all’interno della piattaforma ed effettuare gli acquisti pagando unicamente con la nostra biometria.

Anche il mondo del lavoro sarà impattato da questa rivoluzione.

Se oggi siamo scontenti del livello di interazione che si può ottenere con una riunione in videoconferenza, domani potremo partecipare a riunioni di lavoro in luoghi virtuali, avendo accanto a noi le proiezioni dei nostri colleghi, tutti intorno allo stesso tavolo o allo stesso progetto, ma restando in realtà ognuno nel suo ambiente fisico. Questa modalità migliorerà notevolmente la produttività dello smart working abilitando modelli comportamentali tradizionali anche in ambienti completamente virtualizzati.

Lo stesso modello di interazione potrà essere utilizzato anche per effettuare formazione remota all’interno di un’aula virtuale o per consentire l’assistenza remota da parte di un collega esperto a un collaboratore sul campo, in modo da ottimizzare tempo e risorse rendendo chi è sul campo in grado di operare con l’aiuto e la supervisione diretta di chi ha la competenza ma si trova invece dall’altra parte del mondo.

Siamo di fronte a una rivoluzione epocale che introdurrà nuovi modelli comportamentali che oggi ci sembrano strani, come in passato ci sarebbero sembrati strani molti dei nostri comportamenti di oggi. In treno o in coda al supermercato siamo abituati a vedere persone perse nel loro smartphone a leggere, giocare, curiosare sui social o accedere a contenuti multimediali. Lo stesso modello comportamentale si sposterà sugli smart glasses, con la differenza che non avremo più bisogno di avere lo schermo dello smartphone davanti agli occhi perché davanti agli occhi avremo costantemente lo schermo degli occhiali.

Sarà assolutamente necessario fare in modo che questi modelli di interazione non si trasformino in disturbi comportamentali e che le applicazioni presenti su questi dispositivi non siano studiate per causare dipendenza, ma per fornire servizi utili agli utenti. Allo stesso modo sarà importantissimo proteggere gli stessi utenti dall’abuso che sarà possibile fare dei loro dati. Siamo di fronte a una sensibile variazione nei comportamenti delle persone, dobbiamo fare tutto il necessario per godere dei vantaggi di questa trasformazione e per mitigare il più possibile i suoi rischi.


Ci attende un futuro di grandi cambiamenti nel nostro modo di lavorare, di muoverci, di accedere a contenuti e notizie, di tutelare la nostra salute, di comprare e di relazionarci con gli altri.
Questo libro ti aiuterà a comprendere meglio questi cambiamenti.

Massimo Canducci

Chief Innovation Officer of Engineering Group
Faculty Global in Singularity University
Forbes Technology Council Official Member
International speaker on innovation and future fields.
And a lot of smart things you can find here.