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Coronavirus, 10 motivi per cui è giusto farci controllare dallo smartphone

Partiamo da un presupposto ideologico: sono dell’idea che se il dato può salvare delle vite, allora debba essere sempre (rispettosamente e responsabilmente) usato.

C’è chi dice “la privacy può essere messa da parte per esigenze di emergenza sanitaria” oppure chi dice “la privacy è inviolabile, quindi un certo numero di morti in più è tollerabile”.

Io sono dell’idea che, per salvare vite umane, il dato debba essere sempre usato rispettosamente e responsabilmente, quindi se è necessario le norme devono essere aggiornate, seppur nel rispetto dei principi che impediscono nel tempo l’eventuale perdita di diritti e che mettono al centro le esigenze di tutela della riservatezza del cittadino.

Detto questo, vediamo di declinare per punti un possibile approccio sistemico per affrontare il problema.

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Di chi sono i dati che potrebbero aiutarci contro il Coronavirus?

Sono ore concitate in tutto il mondo, con migliaia di persone impegnate nel tentativo di contenere la diffusione del Covid-19, meglio conosciuto come Coronavirus, mentre diversi team distribuiti in varie zone del mondo si stanno occupando di individuare un vaccino o una cura farmacologica che possa limitarne i danni.

Le procedure per il contenimento della diffusione sono per lo più basate sul tentativo di individuare i soggetti contagiati e sul tentare di ricostruire insieme a loro quello che hanno fatto nei giorni precedenti, chi hanno incontrato e che luoghi hanno frequentato, questo con l’obiettivo di provare ad individuare le altre persone che, essendo state in contatto con i soggetti contagiati, potrebbero a loro volta essere state contagiate e quindi avere bisogno di assistenza medica, ma anche perché queste ultime potrebbero essere a loro volta soggetti in grado di contagiare altre persone in una sorta di reazione a catena che, se non interrotta nelle sue fasi iniziali, potrebbe diventare incontenibile.

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Innovare aumentando la cultura del dato

Carlo e Paola vivono insieme da alcuni anni, sembrano una coppia perfetta. Nessuno sa che la loro unione è destinata a finire presto, nemmeno loro. Eppure nella loro “organizzazione familiare” ci sono già a disposizione tutti gli elementi che indicano inequivocabilmente questa direzione. Si tratta, per esempio, dell’utilizzo di una carta di credito in un ristorante, per una cifra non compatibile con una cena solitaria. Oppure delle informazioni di localizzazione contenute nei dati “exif” di una foto su uno smartphone, informazioni che indicano una posizione un po’ troppo distante dal luogo in cui uno dei due avrebbe dovuto trovarsi in quella occasione.

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