Tag: Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale e pensiero laterale

Da molti anni siamo abituati ad avere intorno a noi algoritmi basati su regole, sistemi che si comportano esattamente come dovrebbero e che rispondono in modo corretto alle nostre esigenze.
Si pensi per esempio a come funziona un bonifico bancario: inseriamo i dati richiesti e ci aspettiamo che il denaro venga spostato da un conto all’altro, il tutto perché i sistemi seguono regole precise con cui sono stati programmati. Può accadere che ci sia qualche malfunzionamento, ma si tratta di problemi che vengono individuati e risolti, in modo che il sistema torni a funzionare per come era stato concepito.

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L’intelligenza artificiale che prevede dove verrà calciato un rigore

Chi pensa che lo sport professionistico sia completamente analogico si sbaglia di grosso.

Da molto tempo infatti i giocatori in campo, in qualunque sport, producono un’enorme quantità di dati, talvolta rilevati da sensori indossati dagli stessi atleti, talvolta rilevati direttamente dall’esterno grazie all’utilizzo di sensori esterni e telecamere.

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La AI per monitorare i comportamenti

Da anni siamo abituati a strumenti di monitoraggio per intercettare comportamenti pericolosi o antisociali, come il mancato rispetto del codice della strada.

Gli strumenti di controllo della velocità, come quelli di verifica del rispetto della segnaletica stradale e dei semafori, sono ormai una dotazione standard di gran parte della nostra rete stradale e più o meno tutti, anche i più rispettosi del codice della strada, prima o dopo hanno avuto modo di sperimentarli.

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Algoritmi che comprendono i sentimenti

A partire da un clip video alcuni algoritmi, analizzando le espressioni facciali, sono in grado di determinare con ragionevole accuratezza alcuni stati d’animo della persona presente nel video.
– Eccitazione / Calma
– Atteggiamento positivo / negativo
– Paura / Rabbia / Disgusto
– Sorpresa / Felicità
– Tristezza / Stanchezza / Noia
– Sonno / Relax

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La necessità di equilibrio nel riconoscimento facciale

Nel mondo in cui viviamo siamo circondati da sensori in grado di rilevare i nostri movimenti, la nostra posizione geografica, alcuni nostri parametri vitali e da queste informazioni ricavare dati relativi ai nostri comportamenti, alla nostra propensione all’acquisto di certi prodotti, al nostro stato di salute. 

In alcuni casi siamo noi stessi a volere che questi dati vengano rilevati, perché, per esempio, ci serve conoscere la nostra posizione geografica per farla usare a qualche app sul nostro smartphone, oppure ci è utile che un dispositivo indossabile tenga sotto controllo il nostro battito cardiaco durante una sessione di allenamento. 

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Artificial Intelligence and Blockchain, an inevitable marriage

Artificial Intelligence has a history that goes back a long way, the first major works were by John McCarthy, Allen Newell and Herbert Simon and date back to the 1950s. The first experiments on Blockchains (chains of blocks) occurred instead in 1991 thanks to the work of researchers Stuart Haber and W. Scott Stornetta, even if the real revolution took place only in 2008 with Satoshi Nakamoto, a pseudonym which nobody has yet been able to ascribe to an individual or a team, with the presentation of the paper “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”.

Despite this important age difference, these are two enabling technological ecosystems with interesting complementarities and which are inevitably destined to collaborate closely in the near future.

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Intelligenza Artificiale e Blockchain, un matrimonio inevitabile

L’Intelligenza Artificiale ha una storia che viene da lontano, i primi lavori di rilievo si devono a John McCarthy, Allen Newell e Herbert Simon e sono degli anni ’50. I primi esperimenti su Blockchain (catene di blocchi) sono invece del 1991 grazie al lavoro dei ricercatori Stuart Haber e W. Scott Stornetta, anche se la vera e propria rivoluzione è avvenuta soltanto nel 2008 ad opera di Satoshi Nakamoto, pseudonimo che ancora non si è riuscito ad attribuire ad una persona fisica o ad un team, con la presentazione del paper “Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System”.

Nonostante questa importante differenza di età, si tratta di due ecosistemi tecnologici abilitanti dotati di interessanti complementarietà e che inevitabilmente nel prossimo futuro sono destinati a collaborare strettamente.

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Uomo-Macchina, un rapporto che cambia

Il prossimo decennio sarà caratterizzato da un completo cambio di paradigma nell’interazione tra uomo e macchina e questo avverrà su due direttrici parallele e complementari: l’utilizzo della voce e l’adozione massiva della Extended Reality.

Quello che oggi facciamo un po’ timidamente, e talvolta sentendoci un po’ stupidi, con gli assistenti vocali come Siri e Alexa, diverrà la modalità standard, e talvolta unica, con cui ci relazioneremo con i fornitori dei servizi di cui avremo bisogno, non soltanto quindi la domotica di base, ma un’interazione vera e completa verso sistemi esterni eterogenei e fornitori di servizi di qualunque tipo. Passeremo quindi dall’attuale “Alexa, accendi la luce della cucina” ad un ben più interessante “Hey Siri, chiama l’idraulico e mettiti d’accordo per un appuntamento una mattina della settimana prossima, ma soltanto in un giorno in cui piove perché se fa bello voglio andare a correre al parco”, oppure da un banale “Ok Google, che tempo farà domani?” ad un più utile “Alexa, prenota la sala e organizza la videoconferenza per la riunione di lunedì mattina, manda invito e agenda a tutti e fai arrivare il coffee break alle 10:30. Ricorda anche i cornetti senza glutine e il caffè decaffeinato. Il costo della sala va sul centro di costo di Concetta”.

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